Consapevolezza
L’essere umano ha bisogno di vedere,
noi tutti abbiamo un estremo, urgente bisogno di vedere.
Vedere noi stessi, la vita che conduciamo, i nostri rapporti, la relazione con il pianeta che abitiamo. La Terra stessa ha bisogno che i nostri occhi siano aperti, questo incredibile pianeta che vuole guarire, che vuole essere rispettato.
L’idea comune è che ci siano dei buoni e dei cattivi, gente perbene accanto ad individui senza scrupoli. L’idea comune è che ci siano dentro di noi dei lati buoni e dei lati meno buoni, la luce e l’ombra. Il bene e il male – antico conflitto sul proscenio del mondo.
Il pensiero comune è che si debba combattere il “male” e favorire il “bene”, ma questo pensiero genera una costante frizione interiore, un’ennesima frattura di cui non abbiamo bisogno. La nostra mente è divisa, il nostro cuore è diviso. La nostra azione tragicamente divisa.
Non abbiamo bisogno di temere una parte di noi – la nostra ombra, la nostra arroganza, la nostra violenza, la nostra malattia dell’anima e del corpo. Né di temere gli altri.
Il male è solo una bontà malata che chiede di guarire – dice il saggio orientale.
Abbiamo semplicemente bisogno di vedere: la visione stessa, quando le si dà il tempo di diventare calma, equanime, distaccata, diventa guarigione. E in questo rivelarci a noi stessi, allora, basta un respiro ad unire mente ed emozioni. Basta un gesto, la precisa forma di un gesto a penetrare l’inconscio, per spazzare via l’incertezza, la paura – ogni dubbio. Come un semplice pensiero può creare universi.
Ma quel pensiero, quel gesto e quel respiro devono nascere dal centro, non dalla periferia di noi. E in questo lo strumento è decisivo, notevole: deve saper pescare nelle acque più profonde.
Là, una luce ci attende.
Vedere, agire, essere veri, essere totali – non sono tante parole, ma una sola.